Perchè i dipendenti migliori decidono di licenziarsi?

Spesso si resta sbalorditi di fronte alla frequenza con cui i manager si lamentano perché i loro dipendenti migliori decidono di licenziarsi. In verità hanno davvero tanto di cui lamentarsi, poche cose sono così nocive e gravose come vedere persone valide lasciare la propria posizione lavorativa.

I manager spiegano questo continuo ricambio di dipendenti o gli insuccessi gestionali con le ragioni più svariate, ma ignorano il nodo della questione o più semplicemente non sono assolutamente in grado di comprenderne i reali motivi: le persone non lasciano il posto di lavoro ma il loro capo dopo aver perso ogni speranza. La cosa più triste è che questo fenomeno può essere evitato facilmente. Serve solo un nuovo punto di vista e qualche sforzo in più da parte degli amministratori.

Prima di tutto, dobbiamo capire quali sono le colpe di cui i manager si macchiano e che convincono validi impiegati a dimettersi ma sopratutto bisogna studiarne la loro sfera psicologica e il loro approccio verso il “mondo reale”.

1 – Carico di lavoro eccessivo

Niente esaurisce le energie di un buon lavoratore come un carico di lavoro eccessivo. Ammettiamo che far lavorare sodo i membri migliori di uno staff sia una tentazione a cui spesso i manager cedono, ma caricare troppo lavoro può disorientare. Suona come una punizione, nonostante le performance lavorative sempre  0 impeccabili. Inoltre è controproducente. Una ricerca di Stanford mostra che la produttività oraria tende a calare decisamente quando la settimana lavorativa supera le 50  ore (motivo per cui il limite massimo e solo in condizioni occasionali è fissato in 48 settimanali). La produttività oltre le 55 ore diminuisce così tanto che è inutile lavorare ancora, non si otterrà alcun risultato e porterebbe rapidamente il lavoratore in uno status di malessere generale irreversibile.

Se vuoi tirare fuori il massimo dai tuoi dipendenti più bravi, devi migliorare sopratutto il loro status. Gli impiegati validi si faranno carico di lavoro in più, ma non resteranno se si sentiranno soffocati. Aumenti, promozioni, scatti di carriera sono modi più che accettabili per trovare il giusto compromesso e incrementare la mole di lavoro ma solo se si tratta di carico lavorativo temporaneo, in caso contrario potrebbero certamente invogliare un lavoratore a far sempre di più, incurante pero dell’eccessivo stress a cui sottoporrebbe il proprio fisico e la psiche.

Limitandoti ad aumentare le ore lavorative del personale più dotato, senza cambiare una virgola, i membri del tuo staff cercheranno presto un altro lavoro che dia loro quello che meritano e una pace e serenità interiore altrimenti impossibile.

2 – I manager non riconoscono il prezioso apporto dei dipendenti ne premiano il lavoro ben fatto

È facile sottovalutare il potere di una pacca sulla spalla, soprattutto con i lavoratori migliori che sono già intrinsecamente motivati. A tutti piacciono le lusinghe, anche alle persone che lavorano sodo e danno il massimo, sebbene molti non lo dimostrino esplicitamente. I manager devono comunicare con il loro staff per scoprire cosa può spronarli ancora di più (per alcuni potrebbe trattarsi di un aumento. Per altri, un riconoscimento pubblico) e ricompensarli per il lavoro ben fatto.

Ma allo stesso modo in cui sottopongono i dipendenti a un maggiore carico di lavoro dovrebbero munirsi di onesta intellettuale e buon senso per capire quando tutto ciò è contro producente e nocivo, modulando di volta in volta le responsabilità in carico all’impiegato.

3 – Non si preoccupano dei loro dipendenti

Più della metà delle persone che lasciano il lavoro lo fa a causa del rapporto con il capo. Le aziende più astute si assicurano che i loro manager sappiano come trovare un giusto equilibrio tra professionalità e umanità. Questi sono capi che celebrano il successo degli impiegati, empatizzano con quanti attraversano un periodo difficile e sfidano le persone, anche quando fa male. I capi che non tengono ai loro dipendenti pagano lo scotto. È impossibile lavorare per qualcuno più di otto ore al giorno quando non c’è coinvolgimento personale e quando ci si preoccupa solo del rendimento.

4 – Non investono sulla crescita dell’impiegato

La persona che hai assunto deve garantirti affidabilità e autonomia, certo. Ma tu, allo stesso tempo, devi assicurarle una possibilità di crescita personale, di espressione del proprio talento. Continuando a valutare il suo operato, e correggendolo se necessario. I lavoratori più appassionati (e dunque migliori) sentono un costante bisogno di vedere considerato il proprio operato.

Un’attenta analisi sull’investimento aziendale anche dal punto di vista formativo farebbe certamente ritornare in termini di rendimento del lavoratore il capitale investito su di esso, sia che si tratti d’investimenti in formazione che in aumenti salariali o premi.

5 – Non onorano i loro impegni

Fare promesse agli altri ti posiziona su una linea sottile: puoi rendere le persone felici oppure vederle andare via. Quando mantieni la parola data, la stima dei tuoi dipendenti aumenta perché provi di essere una persona onesta e degna di fiducia (due qualità davvero importanti in un capo).

Quando trascuri i tuoi impegni ne esci come una persona viscida, incurante e poso rispettosa. Dopotutto se non è il capo il primo a mantenere la parola data, perché dovrebbero farlo gli altri? Una gratificazione imprevista e non promessa per i risultati del lavoratore ha inoltre una valenza ancora maggiore rispetto a quanto promesso e che dal punto di vista psicologico viene visto come “dovuto”.

6 – Assumono e/o promuovono le persone sbagliate

I dipendenti bravi e diligenti amano lavorare accanto a professionisti che trovano affini. Quando i manager non assumono delle risorse valide demotivano gravemente le persone costrette a lavorarci accanto. Promuovere le persone sbagliate è anche peggio. Quando dai il massimo per ottenere una promozione che, invece, viene data a qualcuno che è riuscito ad arrivare in cima con altri mezzi, è un insulto vero e proprio. Non c’è da stupirsi che questo convinca le persone ad abbandonare il posto di lavoro.

7 – Non lasciano che le persone seguano le loro passioni

I dipendenti più talentuosi sono anche appassionati. Offrire loro l’opportunità d’inseguire le proprie passioni migliora la produttività e la loro soddisfazione professionale.

Molti manager vogliono che le persone lavorino come chiuse in una piccola scatola o che facciano del proprio lavoro l’unica ragione di vita. Questi amministratori, nella quasi totalità dei casi incapaci di amministrare, temono che la produttività possa calare se lasciano che i dipendenti allarghino i propri orizzonti e seguano un’inclinazione personale. Si tratta di un timore infondato. Studi dimostrano che le persone che riescono a seguire le proprie passioni nel lavoro mantengono una condizione mentale di “euforia” che li porta a essere cinque volte più produttive del solito.

8 – Non riescono a enfatizzare le abilità dei dipendenti

Quando si chiede loro della noncuranza verso gli impiegati, di solito i manager cercano di giustificarsi appellandosi a parole come “fiducia”, “autonomia”, “senso di responsabilità”. Queste affermazioni non stanno in piedi. I buoni amministratori amministrano, a prescindere dal talento del loro staff. Prestano attenzione e sono sempre pronti ad ascoltare a dare il loro feedback. Quando puoi contare su dipendenti di talento, tocca a te continuare a ricercare delle aree lavorative dove possano impiegare le loro capacità al meglio. I dipendenti più validi cercano feedback e tocca al capo continuare a fornirne; se non lo fai, le persone migliori del tuo staff si annoieranno, adagiandosi sugli allori. Stesso ragionamento vale per i dipendenti considerati “di serie B”, non esistono individui di classe A o B ma solo persone con inclinazioni, capacita e interessi differenti. Un buon manager è in grado d’identificare i punti di forza dei dipendenti apparentemente meno reattivi e metterli a frutto.

9 – Non considerano le diverse necessita sociali o di genere

La sempre più attuale questione dell’uguaglianza tra uomo e donna porta molti manager, erroneamente, a non analizzare le diverse necessita, attitudini e passioni tra sessi opposti. Non si parla ovviamente di diritti fondamentali per i quali tanto si è lottato, cosa peraltro assolutamente giusta. Si tratta invece di analizzare e modulare finemente tutte le azioni di gratificazione, le opportunità offerte e percorsi di crescita. Per un uomo celibe ad esempio potrebbe essere gratificante e formativo avere l’opportunità di partecipare ad un evento internazionale, una donna o uomo con famiglia probabilmente sarebbe molto più gratificante poter usufruire di un “week end lungo”, trascorrendo con i propri cari il tempo a disposizione.

10 – Non sanno stimolare la creatività del dipendente

Gli impiegati più talentuosi vogliono migliorare ogni cosa. Soffocando la loro capacità di cambiare e migliorare le cose perché ti sta bene lo status quo del momento, li porterai a odiare il loro lavoro. Ingabbiare la loro innata spinta creativa non limita soltanto loro, ma anche te. Castrare sul nascere ogni iniziativa autonoma e creativa porterà l’impiegato a pensare “Ah, se fossi io il manager…e invece…”.

11 – Non stimolano gli impiegati sul piano intellettuale

I grandi manager lanciano sfide ai loro impiegati per fare in modo che raggiungano un risultato che sembra quasi inconcepibile all’inizio. Invece di stabilire i soliti banali obiettivi, fissano obiettivi alti che possano spingere le persone fuori dalla loro “comfort zone”. Inoltre, un bravo capo fa qualsiasi cosa in suo potere per portare l’impiegato al successo, al raggiungimento dello scopo. Quando le persone talentuose e intelligenti si ritrovano alle prese con qualcosa di troppo facile o noioso, cercheranno  altri lavori che possano stimolare il loro intelletto.

12 – Non capiscono che vita lavorativa e privata non devono mai andare in contrasto

Molti manager vedono di buon occhio i dipendenti che superate le canoniche otto ore lavorative, senza mai lamentarsi, sottraggono tempo alla vita privata e familiare dedicandolo a completare i loro incarichi lavorativi. Niente di più sbagliato, quel dipendente che oggi per pura passione spende più ore del previsto per raggiungere gli obiettivi, in futuro avrà accumulato stress e frustrazione tale da indurli in una condizione di odio profondo per il proprio lavoro, per voi e per l’azienda stessa. Non aspettatevi, qualunque siano i rapporti interpersonali tra voi ed i vostri subordinati, che vengano a sottoporvi le loro frustrazioni. Se e quando lo faranno sarà ormai troppo tardi per porvi rimedio. Prevenire tutto questo è semplice, invogliateli a lavorare bene e nel minor tempo possibile, se affidate a loro un’attività da completarsi in otto ore e saranno cosi bravi da riuscire i minor tempo lasciate loro liberi di dedicare le restanti ore alle loro passioni, allo sport o al tempo da trascorrere in famiglia.

13 – Usano un approccio cliente/fornitore con i propri dipendenti

Gli impiegati che lavorano con voi si aspettano un rapporto di fiducia che va ben oltre dagli accordi commerciali tra voi ed i vostri clienti.
Sebbene la vostra visione di produttività dei team di lavoro sia legata a rendimenti economici ed obiettivi di vendita, un approccio di questo tipo porterebbe i vostri dipendenti la lavorare in una condizione di “mercenariato”, ed anche se probabilmente non verranno mai a farvi i conti in tasca il loro pensiero sarà quasi esclusivamente e negativamente incentrato sul rapporto tra la loro paga e il rendimento commerciale del vostro operato, delta del quale non saranno mai soddisfatti a meno di particolari politiche aziendali e che comunque non giustificano un rapporto cliente/fornitore.

14 – Si auto convincono sulle preferenze e necessita dei dipendenti

Siete talmente bravi da auto convincere voi stessi sulle vostre necessita, su ciò che vi piace fare e su quali siano le giuste ricompense che vi usate queste stesse tecniche psicologiche anche nelle decisioni per i vostri subordinati. Non fate supposizioni, deduzioni o ragionamenti inutili, per conoscere le reali necessita e ciò che realmente i vostri dipendenti amano dovete sviluppare la capacita di saper ascoltare, dovete imparare a conoscere le persone, guadagnarvi la loro fiducia in modo che saranno loro stessi a parlarvi delle ambizioni e aspettative che hanno verso di voi e l’azienda che rappresentate. Chiedere esplicitamente al dipendere come comportarvi non funziona, egli sarà sempre in una condizione di subordinazione tale per cui non  vi parlerà mai apertamente delle proprie sensazioni se non a monte di un sincero rapporto di fiducia.

15 – Propongono trattamenti economici sfavorevoli

Sebbene in prima istanza i vostri neo assunti possano manifestare entusiasmo per una vostra proposta commerciale nonostante non sia in linea con medie nazionali o con le loro aspettative, sappiate che molto spesso gli impiegati più bravi e dotati d’intelletto sono anche abbastanza svegli da comprendere che la vostra offerta non è esattamente ciò che meritano.

Spinti da motivazioni personali o anche dalla loro voglia di dimostrare la loro bravura e dedizione nella nuova attività lavorativa accetteranno la vostra proposta ma ben presto l’entusiasmo si trasformerà in frustrazione, rabbia e netta riduzione della produttività con conseguente sguardo verso nuovi orizzonti.

16 – Fanno il “doppio gioco” tra dipendenti e loro superiori

Ricordate che il frutto del vostro successo sarà dato esclusivamente dai successi congiunti del vostro team e dalle vostre capacita di gestire e creare un ambiente di lavoro ideale per tutti. Fingervi amici dei vostri dipendenti più bravi per poi agire contrariamente alle loro spalle sarà il vostro punto debole.

Se sarete dei bravi manager saranno i vostri dipendenti migliori a supportarvi in tutte le battaglie che dovrete sostenere con i vostri superiori.

Se agirete con onesta e franchezza vi renderete inattaccabili dai vostri superiori e nelle situazioni di difficoltà i lavoratori vi supporteranno con piacere.

Conclusioni

Se volete che le persone migliori del vostro staff restino, dovete pensare attentamente al modo in cui le trattate. Anche se gli impiegati più bravi sono duri come rocce, il talento offre loro tantissime opzioni diverse.
Dovete fare in modo che vogliano lavorare solo per voi. Comportarvi da “furbi” con loro non potrà che avere effetti negativi per entrambi. Sappiate ascoltare.
Fingervi “buonisti” o credere di agire nel migliore dei modi vi porterà solo ad una percezione distorta della realtà inducendo i lavoratori a perdere ogni speranza di farvi percepire i loro disagi.
Siate onesti con voi stessi e con chi crede in voi e nel proprio lavoro.

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